Somalia 6OØCW 2012

6OØCW Somalia 2012

 

La Somalia… un paese conosciuto nell’antichità come Terra di Punt, fu incluso nel regno etiope fin dal II secolo d.C. .
Nel XIII secolo iniziarono le invasioni da parte di genti provenienti dallo Yemen che portarono allo smembramento del territorio in numerosi piccoli stati retti da capi somali. Successivamente, dopo diverse guerre interne, divenne un protettorato inglese a partire dal 1887 con il nome di Somaliland. Tra il 1915 e il 1947 l’Italia riuscì a conquistare parte del territorio per formare con Eritrea e Etiopia il cosiddetto Stato Coloniale dell’Africa Orientale italiana.
Con il trattato di pace di Parigi del 1947, l’Italia fu costretta a rinunciare ai possedimenti in Africa e la responsabilità per l’assetto delle ex colonie fu assegnata ai cosiddetti “quattro grandi” (USA, Gran Bretagna, Francia e URSS). Nel 1948, non avendo raggiunto un accordo soddisfacente, i “quattro grandi” ricondussero la questione al vaglio dell’Assemblea generale della Nazioni Unite che, nel novembre del 1949, approvò un piano che assegnava all’Italia la sua ex colonia in amministrazione fiduciaria per un periodo di dieci anni (1950-1960), finito il quale la Somalia avrebbe conseguito l’indipendenza.
Nel 1 Luglio 1960 la Somalia divenne indipendente anche se, successivamente, ha sempre vissuto perenni conflitti interni dovuti a rivalità etniche tra fazioni rivali del nord (Somaliland), del centro (Puntland) e del sud (Mogadisco).
Conflitti che continuano tutt’oggi anche a causa dell’intensificarsi di basi delle milizie di Al Qaeda su tutto il territorio.
 I segnali della presenza italiana sono ancora oggi molto evidenti: le nostre infrastrutture e la nostra cultura hanno contribuito non poco ad un primo sviluppo economico durante i primi anni del novecento. Non è difficile incontrare persone, soprattutto anziani,  che parlano correttamente l’italiano e dalle quali si possono ricevere parole di elogio nei confronti della nostra nazione.
 Galkayo è una città della Somalia, situata nella parte settentrionale della regione del Puntland, non molto distante dal confine con la regione del Somaliland e considerata una zona “calda”.
Qui vive e lavora il nostro amico Dott. Jama. Lo scorso anno, durante una nostra conversazione in SkyPe, gli chiedemmo se fosse giunto il momento per tornare a visitare la Somalia (alcuni di noi c’erano già stati nel 2005 e nel 2006). Con fermezza e senza esitazione il dottore ci disse di no perché la situazione era molto pericolosa ed una nostra visita avrebbe potuto avere conseguenze drammatiche per la nostra incolumità. A conferma delle preoccupazioni del nostro amico, durante il mese di Ottobre/Novembre 2011, ci furono degli attentati tra i quali uno anche a Radio Galkayo, emittente in onde corte che avevamo aiutato nelle nostre precedenti visite lasciando antenne, radio e un amplificatore Acom 1000. Fortunatamente non ci furono feriti tra i nostri amici ma la cosa ci mise in apprensione. Il fatto più grave successe qualche giorno dopo con il sequestro di due operatori umanitari (un danese e un americano); questo fatto mise in moto il sistema antiterroristico americano che in un paio di mesi individuò il covo dei sequestratori e con un bliz liberò gli ostaggi e uccise tutti i terroristi. Da quel giorno la tensione si è allentata e il paese sta vivendo in una calma quasi surreale, tanto da poter garantire una certa incolumità ai visitatori.
 
All’inizio non era nostra intenzione andare subito in Somalia perché avevamo in cantiere altre destinazioni.
Pianificare l’attività di un gruppo come il nostro significa dover necessariamente ambire a destinazioni diverse e non focalizzare tutte le energie su di un solo country perché gli imprevisti sono tanti e si rischia di rimanere a casa. Ed è quello che è accaduto a noi quest’anno quando, a due giorni dal pagamento dei biglietti aerei e della caparra per l’albergo, la prevista spedizione in Mali è stata cancellata a causa dell’inasprirsi della guerra civile interna tra i soldati governativi e i tuareg della regione del nord. Il Ministro della sicurezza in persona ci ha chiamato e, dispiaciuto, ci ha consigliato di rimandare i nostri piani perché non sarebbe stato in grado di garantire la nostra sicurezza personale.
Un secondo country poteva essere “tirato fuori” dal cilindro ma ancora non eravamo pronti con i permessi e le licenze e quindi, se volevamo muoverci, dovevamo giocare il nostro jolly: la Somalia !
All’inizio ci furono contatti con persone al di fuori del team per pianificare la situazione logistica sul posto: non avevamo bisogno di licenze in quanto tutti i membri del team sono in possesso di licenza a vita per la Somalia e quindi, almeno per questa volta, il problema licenza era superato prima ancora di doverlo affrontare; restava però quello della logistica che in un paese come la Somalia diventa di importanza vitale. I contatti intrapresi non portarono a nulla di concreto e quindi, fiduciosi dell’aiuto dei nostri amici locali, abbiamo contattato il Dott. Jama che si trovava in Italia per un corso di aggiornamento neurochirurgico. Spiegato il problema il dottore ci disse, con nostra grande sorpresa, che la situazione era nella norma e che se avessimo voluto andare bisogna fare tutto entro la fine di Maggio perché poi sarebbe tornato in Italia per alcuni mesi; era indiscutibile che la nostra presenza fosse vincolata alla sua stessa presenza a Galkayo: senza di lui non potevamo andare.
Ci siamo subito messi in moto e grazie al dottore trovammo una residenza che faceva al caso nostro: si trattava della villa del defunto presidente i cui eredi affittano agli europei che necessitano di  soggiornare a Galkayo (non esistono strutture ricettive degne di questo nome in quella città !). Nonostante il prezzo per l’affitto sia elevato decidiamo di accettare dato che  la logistica è perfetta alle nostre esigenze (spazi per antenne, corrente, internet, aria condizionata).
La villa è situata a ridosso della sede della Mezza Luna Rossa (la corrispondente della nostra Croce Rossa) e dispone di un ampio giardino con all’interno un traliccio usato per trasferimenti in microonde alto circa 70 metri. Già vedevamo Vinicio con le sue famose “ciabatte anti infortunistiche” arrampicarsi fino in cima per issare il dipolo dei 160 metri !
Tutto sembrava volgere al meglio quando, pochi giorni prima di partire, il Dott. Jama ci telefona e ci informa che la villa non è più disponibile: i proprietari chiedono almeno 1 anno di affitto, ovvero 45000 dollari USA … Cifra inavvicinabile per chi, come noi, fanno questo per hobby e ci mettono di tasca loro !
Nel frattempo avevamo già prenotato i voli aerei e pagato i relativi biglietti.
Facemmo pressione affinché i responsabili della villa ci accordassero un affitto ma alla fine non ci fu nulla da fare. Fortunatamente, dopo qualche giorno, ci ricontatta il Dott. Jama dicendoci di avere trovato un albergo vicino all’Università; il rettore si era reso disponibile a darci dei locali per installare le nostre radio e l’albergo si trovava proprio a fianco dell’Università: quindi era la location ideale visto che, per motivi di sicurezza, non dovevamo  spostarci più di tanto per recarci dalle radio all’albergo.
L’albergo non dispone di un sito internet, non riusciamo a trovarlo su Google Map, non troviamo nessuna fotografia che ci possa far capire dove finiremo e che tipo di logistica troveremo. Non ci resta che confermare nella speranza che la nuova sistemazione sia all’altezza delle nostre aspettative; diversamente avremmo perso il biglietto aereo (non risarcibile) per un valore di circa 1500 euro.
 Vi posso assicurare che, al contrario di tutte le spedizioni precedenti, questa volta non è stato facile organizzare il viaggio aereo. Le volte precedenti eravamo arrivati a Galkayo tramite una compagnia aerea locale che però non risulta più essere attiva. Qualsiasi tipo di ricerca in internet non ci porta a nessuna soluzione se non quella di volare su Dubai, passare per Djbouti e alla fine arrivare a Galkayo. Questa soluzione per noi non era la migliore in quanto avremmo dovuto soggiornare 1 notte a Dubai e 1 giorno a Djbouti con il conseguente esborso per i visti e le spese di sdoganamento di tutto il materiale.
 Contattiamo il Dott. Jama il quale ci informa che saltuariamente una compagnia aerea africana effettua voli dal Kenya, e precisamente da Nairobi, direttamente su Galkayo: cerchiamo in internet ma non veniamo a capo di nulla: questa compagnia sembra essere totalmente sconosciuta come pure i suoi voli.
Come illuminati sulla via di Damasco ci ricordiamo di Enrico, 5Z4ES,  che vive e lavora a Nairobi; bastano un paio di telefonate e riusciamo ad avere la sua e-mail e i suoi numeri di telefono. Enrico  e la moglie Lisa si sono dimostrati due persone di una gentilezza e disponibilità di vera rarità.
Si sono impegnati tutti e due per avere informazioni sui voli interni, prenotare i biglietti, trattare per l’extra bagaglio ( oltre 130Kg ! ), venire in aeroporto al nostro arrivo, aiutarci per il visto provvisorio e lo sdoganamento di tutto il materiale, organizzarci una serata a Nairobi e prenotare l’albergo per la notte che abbiamo dovuto passare in Kenya in attesa della coincidenza con il volo per la Somalia. GRAZIE ENRICO, GRAZIE LISA !!! Trovare amici così disponibili non è facile, soprattutto quando ci si trova in paesi sconosciuti ove anche il più piccolo dei problemi può significare forti tribolazioni !
 Tutto è pronto per la partenza. Dopo una notte insonne (non potrebbe essere diversamente ! ) ci ritroviamo tutti  in aeroporto dove Silvano, in preda ad un attacco improvviso di cervicale, dichiara forfait e lascia la gestione dei biglietti e bagagli in mano a Stefano e Gino. Tutto si svolge con celerità e dobbiamo elogiare la hostess della Swiss ( la ex Swiss Air) che in pochi minuti gestisce il check in dei nostri numerosi bagagli con professionalità e celerità.
Lasciamo l’Italia la domenica mattina del  7 maggio alla buon’ora con partenza da Malpensa per Zurigo, quindi 7 ore di volo per arrivare a Nairobi dove atterriamo alle 18,30 locali;  ad attenderci, come dicevo sopra,  troviamo Enrico, 5Z4ES, e la moglie Lisa. Un breve scambio di convenevoli, il disbrigo di alcune pratiche burocratiche e ci troviamo seduti in un locale caratteristico in compagnia dei nostri due nuovi amici per trascorrere una piacevolissima serata che resterà impressa nella nostra memoria; una mega grigliata con tutti i tipi di carne accompagnata da danze e balli locali. Facciamo le ore piccole anche perché la nostra adrenalina è comunque alle stelle e dopo poche ore di sonno ci troviamo nuovamente in aeroporto il lunedì mattina alle 08,00 per il volo alla volta di Galkayo. Ci attende un vecchio aereo della African Express ( chi di voi ha mai volato con questi signori ???). Tutte le operazioni doganali e di imbarco vengono seguite personalmente da Enrico (sarà lui che dalla pista che ci darà l’OK che tutto il materiale è a bordo!) e questo ci tranquillizza.
Cominciamo a gustare il profumo inebriante dell’Africa: l’aereo è molto angusto, decisamente da anni senza manutenzione e con un profumo interno che nessun aggettivo potrebbe ben descrivere ! Ne approfittiamo per riparare lo schienale della poltrona dove è seduto Angelo, sistemare uno sportello della cappelliera che era pericolosamente in bilico sopra le nostre teste, sistemare qualche guarnizione di alcuni finestrini che oramai avevano abbandonato la loro sede … insomma, operazioni normali quando sali su un aereo di questo tipo ma non troppo normali per chi, come Gino, è abituato a viaggiare in altro modo; tant’è che prima del decollo lo stesso Gino (IK2RZP) tira fuori da tasca un piccolo rosario di Padre Pio e sommessamente recita quelle che spera non essere le sue ultime preghiere ! Ma sono solo 4 ore di volo e sopportiamo !
Atterrati sulla pista in terra battuta dell’aeroporto di  Galkayo, troviamo ad attenderci un emozionato  Dott. Jama con il fraterno amico Hussein che non vediamo dal 2006 e una delegazione della Mezza Luna Rossa. Le operazioni di sdoganamento sono una formalità sbrigata in pochi minuti (il dottor Jama è molto conosciuto e ha garantito per noi ! ).
Dopo un pasto frugale in un ristorante nei pressi del nostro albergo ci rechiamo subito all’ università  dove dobbiamo installare le stazioni radio. Purtroppo ci rendiamo subito conto che lo spazio a nostra disposizione è il solo tetto dell’università non essendoci nessuno terreno a nostra disposizione. Il tetto a fianco dell’Università è quello del nostro albergo e fortunatamente il padrone ci concede l’utilizzo di una parte del tetto per poter installare qualche antenna. Cerchiamo di sfruttare al massimo le distanze tra le varie antenne ma non riusciamo ad avere più di 10 metri tra le varie beam. Questo ci creerà non pochi problemi di interferenze che però riusciremo a fare fronte ricercando le migliore frequenze con minor disturbo reciproco tra le varie stazioni. Nonostante l’uso dei filtri Dunestar la vicinanza delle antenne è troppa e non possiamo far altro che sopportarci a vicenda.
 Ci vengono messe a disposizione due stanze all’interno dell’università: la più piccola la utilizziamo per installare la stazione SSB, la seconda, più grande, per  CW e RTTY e 6 metri. Iniziamo subito a montare una Spiderbeam;  il caldo è terribile, circa 38 gradi, e spesso dobbiamo fermarci per bere e ripararci all’ombra. Alle 15,00 utc la prima stazione è in aria ma, non contenti,  montiamo anche una verticale per 40/80: tant’è che alle 17,00 abbiamo due stazioni attive.
Purtroppo Murphy ha fatto la sua comparsa e quest’anno si è abbattuto sulla rete internet. Nonostante mille peripezie non riusciamo a stabilire una connessione con il provider e alla fine rinunciamo e rimandiamo l’aggiornamento del log al mattino seguente.
 Il giorno successivo ci alziamo all’alba per sfruttare la bassa temperatura e iniziamo alle 5,30 a montare tutte le altre antenne; a fine giornata tutte le antenne saranno montate e tutte 4 le stazioni operative.
Iniziamo così a macinare QSO dopo QSO compatibilmente con gli impegni che abbiamo assunto con il Medical Center, la Mezza Luna Rossa e altre istituzioni locali.
Proseguono i problemi con internet anche perché la censura non ci permette di accedere al alcuni siti ma soprattutto  non ci permette di fare connessioni Telnet per il packet cluster oltre che per l’aggiornamento del log online. Telefoniamo immediatamente a Giacomo (IH9GPI) il quale, nell’arco di 10 minuti, ci manda un messaggio con scritto : “Li abbiamo fottutti anche questa volta ! “ … Troviamo un file allegato con le relative istruzione e nel giro di 2 minuti parte il log on line con aggiornamenti automatici ogni minuto: grande Giacomino, senza di lui saremmo spacciati !
Nonostante gli inconvenienti che da quelle parti sono all’ordine del giorno, non per ultimo un black out di oltre 3 ore a causa di un temporale che ha mandato in tilt l’energia elettrica in tutta la città, e nonostante a turno ci troviamo a dare forfait per passare la giornata sulla tazza del bagno (per chi ce l’ha !), riusciamo a mantenere un rate giornaliero che di media supera abbondantemente i 5000 qso. Un ottimo risultato se si considera che siamo in 6 operatori (ma quasi sempre in 5 a causa dei problemi sopra citati) e con 3 stazioni operative (la stazione dei 6 metri ha funzionato solo da beacon per poi essere sostituita in caso di apertura di propagazione dalla stazione della RTTY che aveva a disposizione 500 watt e quindi maggiore potenza).
 Addentrandoci nella questione della propagazione, abbiamo notato che questa è stata molto variabile sulle bande alte
con aperture improvvise e segnali oltre  S9  sia dall’Europa ma soprattutto dal Giappone: spesso ci siamo trovati a gestire i JA chiamandoli per numero altrimenti non saremmo riusciti a decifrare un solo nominativo!.
Abbiamo notato inoltre un forte QSB, specialmente il mattino, che ci ha creato parecchi problemi con chiusure totali, a volte anche interrompendo i QSO senza  poterli terminare. Durante tutte le notti, invece,  abbiamo avuto ottime aperture soprattutto in 18 e in 21 con gli USA. Gli americani cominciavano ad arrivare verso le 22,00 utc per poi portarli fino a quasi l’alba; durante il giorno, al contrario, pochissimi segnali da USA ma preponderante la presenza di Europa e Asia.
 Le aperture di notte sulle bande alte hanno compromesso le bande basse (non potrebbe essere diversamente !), specialmente gli 80 metri,  rendendoci la banda completamente muta;  pur non avendo noise nella parte dedicata al CW noi non riuscivamo ad ascoltare nessuno; i segnali erano al limite ed i pochi QSO effettuati sono stati fatti con una difficoltà esagerata. Praticamente abbiamo ritrovato la stessa situazione che si era venuta a creare lo scorso Ottobre in Costa d’Avorio nella banda dei 160 metri.
 I 40 in CW erano discreti, decisamente peggio invece per la stazione in SSB a causa del rumore che non facilitava l’ascolto. Stefano e Gino hanno dovuto faticare non poco per mettere a log una manciata di QSO ma alla fine hanno dovuto dare forfait perché si sentivano solamente coloro che superavano i 9+20 di noise causato dalle rete elettrica (chiamiamola così !) della città. Gli 80 metri SSB sono stati impraticabili per tutta la durata del nostro soggiorno: segnale 9+30 di noise di giorno, di sera e di notte … Forse avremmo potuto ascoltare qualche A65 o qualche HZ se avessero usato almeno 5 kwatt di potenza ! Ci è dispiaciuto ma purtroppo non eravamo in una location adatta alle bande basse e quindi abbiamo fatto quello che abbiamo potuto.
Nella disperazione abbiamo tentato che la carta dell’antenna per RX ma a causa della vicinanza delle antenne in TX  e la mancanza fisica di spazio anche Vinicio, notoriamente l’ultimo a gettare la spugna, questa volta si è arreso all’evidenza.
Per i 160 sui nostri tetti non avevamo spazio quindi abbiamo chiesto se era possibile installare un’ antenna su un palazzo in costruzione adiacente l’università. Le trattative sono andate avanti diversi giorni ma alla fine il permesso ci è stato negato.
Come dicevo prima, il paese sta vivendo una calma apparente, quasi surreale; questo non significa che tutto è risolto, anzi, abbiamo potuto notare un po’ di sospetto nei nostri confronti tant’è che durante il montaggio della verticale dei 40/80 qualche sconosciuto ci ha lanciato dei sassi dalla strada. Non ci siamo preoccupati più di tanto visto la vicinanza delle nostre guardie: infatti la sicurezza personale è stata messa in primo piano dal Dott. Jama il quale ci ha obbligato ad assumere 4 guardie, membri effettivi dell’esercito somalo, che vengono utilizzati a questo scopo. Una nuova legge della regione del Puntland prevede che ogni cittadino straniero che si rechi a Galkayo debba essere scortato da un militare per tutta la durate del soggiorno. Da buoni italiani abbiamo “trattato” e alla fine anziché 6 guardie ci hanno accordato solamente (si fa per dire) 4 “body guard”. Tengo a precisare che non si tratta di guardie private ma militari appositamente addestrati a questo scopo.
 Lo scopo del nostro viaggio, oltre all’attività radioamatoriale, è stato anche quello di verificare l’avanzamento dei lavori riferiti ai vari aiuti inviati gli scorsi anni. Siamo stati chiamati a presenziare a diverse manifestazioni in nostro onore , la principale presso l’Ospedale di Galkayo dove Vinicio, IK2CIO,  ha ricevuto l’onorificenza per suo figlio Andrea il quale, con le sue personali donazioni fin dall’età di 5 anni (ora ne ha 12), ha permesso l’apertura di un padiglione per bambini che porta il suo nome.
Altra visita alla Mezza Luna Rossa dove è stato aperto un centro ortopedico in grado di fornire circa duecento protesi all’anno di cui la maggior parte a bambini con traumi causate da bombe.Siamo stati invitati ad una cena organizzata dal Governatore di Galkayo alla presenza di tutte le autorità della città, dei Direttori degli Ospedali e della locale associazione commercianti.Le richieste, alla fine, erano sempre le solite: AIUTATECI !
Provvederemo, appena possibile, a pubblicare sul nostro sito web un appello del Dottor Jama (sia in inglese che in italiano) dove spiega quello che è stato fatto e quello che c’è da fare. Obiettivamente questo non ha nulla a che fare con il radiantismo ma riteniamo che un piccolo sforzo da parte di tutti possa tradursi in una concreta risposta a chi ha davvero bisogno del nostro aiuto!
Tornando alla parte “radio” del nostro viaggio, non vi nascondo che abbiamo avuto una profonda delusione per la banda dei 6 metri, frequenza su cui sinceramente avevamo appoggiato molte speranze essendo la Somalia un new one assoluto per tutti.
Eravamo stati informati da Sergio, IK0FTA, che il periodo non era dei migliori ma non essendoci una statistica precisa da quella zona, le speranze erano le ultime a morire. Accendevamo il beacon al mattino con l’antenna verso i JA ma di JA neppure l’ombra. Al pomeriggio con l’antenna verso l’Europa ma segnali zero; Sergio, tramite e-mail, ci informava di aperture con 3B8, FR e ST2; noi subito “splittavamo” il beacon con il K3 e relativo amplificatore da 500 watt sperando in qualche segnalino ma nulla. Un solo giorno, al pomeriggio, abbiamo avuto una buona apertura durata circa un’ora e lavorato una settantina di stazioni, la parte del leone è stata fatta dai SV che arrivavano con segnali oltre l’S9. Tutti gli altri giorni un paio di QSO e poi il silenzio assoluto. Purtroppo la propagazione non ci ha assistito e gli ultimi 3 giorni anche le condizioni fisiche del team erano al 50% ; siamo stati costretti a lasciare solo il beacon con la speranza che qualche segnale uscisse dal noise tenendo comunque sempre un occhio al packet cluster in attesa di qualche segnalazione utile. Sappiamo che le aspettative erano tante, anche le nostre lo erano e quindi la delusione di non avere accontentato tutti è grande; ci consola  la gioia di avere dato il new one a oltre 100 OM.
Il risultato è da considerarsi comunque  interessante perché permette di creare una prima  statistica in assoluto per quanto riguarda i fenomeni di propagazione sulla banda dei 6 metri in quell'area e in quel periodo.
 Il tempo passa e nonostante il disagio di un alloggio non proprio confortevole  e pasti frugali  (praticamente sempre freddi), ci ritroviamo a dover smontare tutto e imballare il materiale per rientrare in Italia.
Murphy colpisce forte e questa volta si accanisce su Silvano, Marcello e Gino. Tutti e tre con febbre, vomito e diarrea… Restano in piedi Vinicio, Angelo (con qualche rumore nella pancia ma senza effetti esterni!) e Stefano. Dopo 6 anni che montiamo e smontiamo le stesse antenne e le stesse radio riusciamo a riempire tutti i contenitori in poche ore grazie anche alla perfetta organizzazione dei vari contenitori.
Lasciamo il nostro albergo e prima di arrivare in aeroporto facciamo sosta presso un altro albergo dove ci attende una troupe televisiva della TV di Galkayo per una intervista che verrà trasmessa la sera stessa su un canale satellitare su HotBird (non chiedeteci quale, non ce lo ricordiamo!).
Arriviamo in aeroporto mezz’ora prima di salire sull’aereo ma le sorprese non sono ancora finite: l’aereo è in ritardo (poco male) e quindi attendiamo in una specie di hangar a 40 gradi all’ombra tra rondini e altri tipi di uccelli che hanno fatto di quel posto la loro dimora. Arriva l’aereo, sempre quello a cui avevamo fatto piccole manutenzioni, e durante la fase di atterraggio uno dei pneumatici esplode lasciano l’aereo in panne. Fortunatamente il pilota trova nella stiva la ruota di scora, il crick e le chiavi per sostituire la ruota: si, proprio come si fa da noi con le automobili! Armati di pazienza ci rifugiamo sotto una pianta nel bel mezzo del nulla del deserto somalo e attendiamo che il pilota finisca l’operazione di sostituzione. Il tutto dura più di un’ora e alla fine, praticamente sciolti dal sole e disidratati come non mai, saliamo sull’aereo. Voliamo verso sud, in direzione Nairobi dove ad attenderci ci sarà Lisa, la moglie di Enrico che nel frattempo è rientrato in Italia. Prima però dobbiamo fare una sosta tecnica al confine tra Kenya e Somalia: l’aereo e tutti i bagagli vengono ispezionati e le operazioni di controllo durano circa un’ora. Tutto questo per la gioia di Silvano e Gino che, nel frattempo, trovano pace e serenità nelle toilette dell’aeroporto !
Finalmente si arriva a Nairobi… Lisa, nella sua veste di perfetta donna manager, gestisce il nostro bagaglio come nulla fosse e ci evita qualsiasi tipo di noia burocratica. Tutto il nostro materiale viene prelevato dalla stiva del piccolo aereo e portato direttamente presso lo stivaggio del volo che ci riporta in Europa… meglio di così non si poteva fare.
Ringraziamo Lisa e la congediamo con un caloroso abbraccio (visto che Enrico non c’era ne abbiamo approfittato !)  con la speranza di poter contraccambiare un giorno tutte le cortesie di cui ci ha fatto attenzione.
Sbrigata anche l’ultima incombenza burocratica con il check in, il nostro fisico comincia a presentare il conto. Silvano è K.O., Gino gli corre a ruota, Marcello con il mal di gola non riesci più a esprimere le proprie opinioni (note a tutti dopo 10 giorni di radio !), Angelo continua a sentire tamburi in pancia non spiegandosi se sono suoni veri oppure gli acufeni che fanno capricci, Vinicio riesce ad addormentarsi anche mentre sta camminando e Stefano, dopo 10 giorni, comincia ad avere allucinazioni e vede cotolette alla milanese con patatine fritte  ovunque !
 Siamo stanchi, saliamo sull’aereo e appena decolliamo tutti cadiamo in una specie di letargo vegetale.
 Arriviamo a Zurigo il sabato mattina presto e dopo una breve pausa ci imbarchiamo per Malpensa. Atterriamo a Milano in perfetto orario la mattina del 19 Maggio e per la prima volta tutti siamo contenti di rientrare a casa.
La Somalia è una terra di fascino e mistero, ricca di storia ma anche di contraddizioni: resta però uno dei posti più poveri del mondo e noi abbiamo vissuto questa povertà per una dozzina di giorni; è stato per noi traumatico ma ancora di più è traumatico pensare e quella gente che vive e vivrà la propria vita in condizioni igieniche e sanitarie al limite della sopravvivenza umana.
Forse questo è quello che più ci colpisce e speriamo, insieme a tutti voi, di poter realizzare qualche cosa di concreto che possa in parte alleviare tante sofferenze.
Sul sito web www.i2ysb.com troverete prossimamente tutte le informazioni relative alle iniziative intraprese.
 Sul forum di HamRadioWeb troverete invece tutte le statistiche approfondite in merito ai QSO effettuati durante questa spedizione.
Per finire dobbiamo fare i ringraziamenti a tutti coloro che hanno reso possibile questa DXpedition. Elencarli tutti è difficile ma pensiamo di dover menzionare coloro che maggiormente hanno contribuito, ovvero:
il Dott. Jama, senza il cui aiuto nulla sarebbe stato possibile.
L’amico  Hussein, sempre disponibile a qualsiasi nostra richiesta.
Enrico e Lisa di cui già avete letto.
Giacomo IH9GPI che anche questa volta ha mollato tutti i suoi impegni e risolto i nostri problemi di internet in un batter d’occhio.
Arturo IK7JWY che oramai è un veterano come stazione “pilota” e assume il suo compito in maniera ineccepibile.
Sergio IK0FTA per i preziosi consigli e suggerimenti quale esperto della banda dei 6 metri.
 Tutte le Sezioni ARI che continuano a credere nel nostro modo di fare radio e soprattutto contribuiscono a coprire le enormi spese che ogni volta ci troviamo ad affrontare.
Tutti le aziende che in forma diretta e indiretta appoggiano il nostro team.
Tutti i radioamatori che singolarmente contribuiscono a rendere meno onerosa l’organizzazione e la gestione finanziaria delle nostre iniziative.
Grazie a tutti … davvero GRAZIE !
 Ovviamente stiamo già lavorando per la prossima meta: non siamo sicuri se andremo ma… se andremo !!!
 Stay tuned
Italian DxPedition Team